La funzione delle Scritture
Dio ci ha dato le Scritture, non come un libro di storia, ma per rivelarci molte cose. Lo schema interrativo qui sotto riassume i principali messaggi che Dio ci ha trasmesso per mezzo della Bibbia.
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Dio si rivela nella Bibbia: rivela chi egli è, ciò che desidera e il modo in cui vuole raggiungere la sua meta. La Bibbia non è soltanto il contenuto del pensiero divino; essa descrive una persona meravigliosa, Dio.
Nella vita quotidiana abbiamo fatto spesso quest’esperienza: incontriamo uno sconosciuto e, dopo un rapido scambio di parole, incominciamo a farci un’idea della personalità del nostro interlocutore. Ma, se la relazione prosegue e se lo scambio di parole si sviluppa e si approfondisce, arriviamo a una conoscenza profonda della persona, che da estranea diventa amica.
Così pure leggendo la Bibbia, ossia la Parola di Dio. Essa non ci trasmette informazioni, ma ci mette in relazione con una persona meravigliosa.
“Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita” (1 Giovanni 1:1). L’apostolo Giovanni conobbe personalmente l’uomo Gesù quando era sulla terra; parlò con lui, lo ascoltò, lo vide agire, mangiò con lui e visse con lui per circa tre anni. Ma nella sua lettera dice che ciò che lui toccò è la “parola della vita”.
Non solo il Signor Gesù ha “le parole di vita” (Giovanni 6:68), ma lui è la “parola della vita”. Per questo nell’ultimo libro della Bibbia sta scritto che “Il suo nome è la Parola di Dio” (Apocalisse 19:13).
“La Parola era Dio”. “E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:1,14). Gesù, la parola di Dio, s’incarnò e i discepoli contemplarono la sua gloria; oggi leggendo la Bibbia, possiamo fare la stessa esperienza e ricevere da lui, ossia dalla parola di Dio, “grazia su grazia” (Giovanni 1:16).
Non facciamo però come i farisei di quell’epoca, a chi il Signore dovette dire: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Giovanni 5:39-40).
Quando leggiamo la Bibbia, ricordiamoci che ci accostiamo a una persona meravigliosa che vuole rivelarsi a noi. Trasformiamo quindi la nostra lettura della Bibbia in un dialogo sincero e profondo con il nostro Dio.
Lo scritto è diventato indispensabile nella nostra civiltà. Si scrive per non dimenticare una banalità come un appuntamento o un evento, per mandare un messaggino a un amico, oppure per ricordare un momento particolarmente importante della vita.
Per il lettore, lo scritto, qualunque ne sia il supporto, è un modo per acquisire informazioni ed è oggi il veicolo più usato del sapere.
Ma quali sono le funzioni della Bibbia, ossia della Parola di Dio? Insegnarci la storia dell’umanità? Permetterci di studiare l’evoluzione del popolo d’Israele o di conoscere il modo in cui è nato il cristianesimo?
No, di certo! La Bibbia è un libro particolare perché ci permette di relazionarci con Dio.
“Nel principio era la Parola, …” (Giovanni 1:1). La vita cristiana inizia sempre dalla Bibbia, perché la Parola è Dio (Giovanni 1:1). Da un lato, attraverso gli scrittori che furono “sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21), Dio parla agli occhi e alle orecchie del lettore e dall’altro, attraverso le sue parole che sono “Spirito e vita” (Giovanni 6:63), Dio si trasmette al lettore.
Ecco perché la Bibbia è un libro che contempliamo, che annunciamo e che viviamo!
“Poiché a noi come a loro è stata annunziata una buona notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l’avevano ascoltata.” (Ebrei 4:2) Mentre sentiamo la buona notizia con fede; assimiliamo le parole che Dio ci rivolge personalmente attraverso la Bibbia. In questo modo Dio scrive le sue leggi sui nostri cuori e noi impariamo a conoscere Dio, il Signore. È un patto straordinario che Dio fece con la casa d’Israele e che ora fa anche con ognuno di noi. “Questo è il patto che farò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: io metterò le mie leggi nelle loro menti, le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. Nessuno istruirà più il proprio concittadino e nessuno il proprio fratello, dicendo: “Conosci il Signore!” Perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro.” (Ebrei 8:10-11)
Nel Nuovo Testamento il termine “Parola” assume due significati diversi: da un lato si riferisce al messaggio scritto da autori ispirati da Dio, ossia alla Bibbia come testo, dall’altro si riferisce al messaggio parlato da Dio, ossia alla parola che Dio ci rivolge personalmente quando per fede leggiamo la Bibbia. Questa parola vivente, che Dio ci rivolge, è quella che Dio vuole che applichiamo, che viviamo nella nostra vita quotidiana.
Così la Parola di Dio nasce come parola vivente, quando è trasmessa da Dio al suo servitore, poi diventa un testo il servitore la trascrive. Mentre la leggiamo con un cuore aperto e con fede, essa ridiventa parola vivente che ci mette in relazione con Dio.
Non restiamo insensibili all’appello del Signore! Se ascoltiamo la sua voce (la sua parola vivente trasmessaci tramite la parola scritta) e gli apriamo la porta del nostro cuore, egli entrerà da noi e cenerà con noi. Che splendida metafora della nostra relazione con Dio.
“Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.” (Apocalisse 3:20)
La Bibbia ha molte funzioni: rivelarci la persona meravigliosa di Dio, portarci alla salvezza, relazionarci con Dio, ma anche e forse soprattutto descriverci il piano di Dio, ossia ciò che preme sul cuore del nostro Signore.
Da Genesi ad Apocalisse, tanto nell’Antico Testamento, quanto nel Nuovo Testamento, il Signore ci mostra che desidera essere espresso sulla terra dalla persona umana.
L’intenzione iniziale di Dio.
“Poi Dio disse: « Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra ».” (Genesi 1:26-27)
Il Dio eterno e invisibile creò l’uomo a sua immagine perché questi l’esprimesse sulla terra, e gli diede il dominio perché l’uomo diventasse l’elemento centrale del suo regno di pace e di giustizia sulla terra. Questo riassume l’intenzione di Dio sin dall’inizio.
Purtroppo l’uomo disubbidì e la natura del peccato, rappresentato dall’albero che produce la morte (Genesi 2:17), entrò in esso producendo sulla terra ogni sorta di male, di cui l’ingiustizia e la guerra ne sono le peggiori espressioni.
Il restauro del piano di Dio tramite Gesù e tramite l’uomo nuovo.
Dio però non perse di vista il suo piano, ma lo realizzò tramite un’altra via. Avendo l’uomo creato perso la capacità di realizzare il piano di Dio, questi diede lo stesso incarico all’uomo nuovo, che Dio creò in due tappe:
1. Dapprima Dio mandò il suo unigenito figlio sulla terra per preparare la via. “E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:14). Gesù visse una vita senza peccato e fu il vero “agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29). Il perdono del peccato però non fu la sua meta; esso costituiva il mezzo per raggiungerla. La meta del suo sacrificio sulla croce fu di creare l’uomo nuovo, perché questi potesse compiere il piano che Dio si era prefissato sin dall’inizio.
“Avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Efesini 4:22-24). Oggi l’uomo nuovo ha il compito di compiere il piano di Dio sulla terra.
2. Gesù fu una persona straordinaria, ma unica; l’uomo nuovo è un uomo collettivo, nato con la risurrezione di Gesù e prodotto dall’opera meravigliosa di Dio in ognuno di noi. Credendo in Gesù, diventiamo un membro del corpo di Cristo; offrendogli posto nel nostro cuore, siamo santificati ogni giorno e diventiamo collettivamente sempre di più l’espressione di Dio sulla terra. Nel suo corpo, infatti, “non c’è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti” (Colossesi 3:11). In questo modo permettiamo al Signor Gesù di esprimersi attraverso la nostra vita quotidiana.
Inoltre, il corpo di Cristo, che è la chiesa universale espressa in ogni città dalla chiesa locale, permetterà al Signor Gesù di ristabilire la pace e la giustizia sulla terra e di riportare tutte le cose sotto la sua autorità. “Facendoci conoscere il mistero della sua volontà … Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra”
(Efesini 1:9-10).
“Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti” (Efesini 1:22-23).
Questo breve riassunto del piano di Dio è sviluppato dall’insieme delle sacre Scritture.
Possa il Signor Gesù rivelare a ogni persona il suo piano e mostrargli quanto questi rappresenti l’unica vera soluzione ai problemi della terra e della società.
L’uomo, peccando, si è allontanato da Dio mettendosi in una situazione di pericolo e nell’impossibilità di poter compiere il piano di Dio. La Parola di Dio, la Bibbia, ha il compito di mostrarci da un lato la nostra condizione e dall’altro d’indicarci la via della salvezza.
“Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Ma la Bibbia dice che: “La parola è vicino a te, nella tua bocca e nel tuo cuore: questa è la parola della fede che noi annunziamo; perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Romani 10:8-9).
La parola della fede è vicina a ogni essere umano, ora, in qualsiasi epoca e in qualsiasi luogo. Essa ci è destinata allo scopo di portarci alla salvezza, perché Dio ha reso la salvezza eterna così accessibile agli uomini. Beninteso l’iniziativa dell’individuo è essenziale; egli, però, non deve meritare la salvezza tramite le opere buone, ma riceverla gratuitamente. La Bibbia dice che se confessiamo Gesù come Signore e se crediamo nel nostro cuore che Dio lo ha risuscitato, saremo salvati.
Quelli, che credono nel suo nome “non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio.” (Giovanni 1:12-13).
“Perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio” (1 Pietro 1:23).
“Le sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù” (2 Timoteo 3:15). La Parola di Dio ci guida pure sulla via della salvezza quotidiana; essa è latte e pane che ci nutre ogni giorno. “Come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per suo mezzo cresciate” (1 Pietro 2:2, LND). “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). Con la forza che ci fornisce la Parola di Dio come cibo per noi, possiamo vivere una vita che corrisponde alla volontà di Dio.
La Parola di Dio compie pure un’opera educativa in noi; essa infatti è “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16-17). Essa inoltre rischiara il nostro sentiero affinché non ci fuorviamo: “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105). “La rivelazione delle tue parole illumina” (Salmo 119:130).
“Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre” (Giacomo 1:21).