Le esperienze fondamentali della vita cristiana
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la speranza del credente
l’esperienza della croce
rendere testimonianza
essere riempiti dello spirito
edificati nella chiesa
il perdono dei peccati
conoscere lo spirito
pregare e invocare
nutrirsi della parola di dio
cristo in me
la salvezza per fede
il battesimo
La speranza del credente
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha fatti rinascere a una speranza viva mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti (1 Pietro 1:3).
La vita cristiana è caratterizzata dalla speranza, a cui sono rilegate le innumerevoli benedizioni spirituali che Dio ci ha donato. Essa è fondata sulle promesse di Dio nella sua Parola e ci permette di attraversare tutte le prove della vita, perché è una speranza sicura. Essa non è un’aspettativa, ossia uno sperare che Dio possa aver previsto per noi un esito positivo. Una tale aspettativa non può che deludere perché basata su un nostro desiderio o su un’illusione. No, la base della speranza di un credente è costituita dalle promesse irremovibili che Dio ci ha fatto nella sua parola.
La speranza cristiana comprende due aspetti molto preziosi: l’uno per il tempo presente e l’altro per il tempo futuro.
La speranza cristiana per il tempo che il Signore ci donerà
La Parola di Dio ci parla di due stadi della salvezza: il primo è una certezza, ossia la salvezza dalla condanna eterna che incombe su tutte le persone. Il secondo stadio è direttamente connesso alla speranza sicura che abbiamo oggi qui sulla terra. Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza (Romani 8:24-25). Il credente è dunque incoraggiato a prendere per elmo di protezione contro tutti dubbi e contro le insidie del nemico la speranza della salvezza (1 Tessalonicesi 5:8) e a capire che la speranza che abbiamo è come un’àncora dell’anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina, dove Gesù è entrato per noi quale precursore (Ebrei 6:19-20).
Ma di che si tratta? È Cristo in noi, speranza della gloria (Colossesi 1:27), ossia la speranza che giorno dopo giorno, ogni volta che ci avviciniamo a lui per lodarlo, per pregare, per conoscerlo, … ogni volta che gli apriamo il cuore, il Signore Gesù ci trasforma a poco a poco, di gloria in gloria. Noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito (2 Corinzi 3:18). Siamo persone nate nel peccato, con un’umanità corrotta ed egoista. Ma la buona notizia per un credente è che il Signor Gesù vuole trasformaci a sua immagine, di gloria in gloria; vuole cambiare la nostra natura riempiendoci delle sue virtù in modo che esprimiamo qui sulla terra tutto quello che lui è. Ecco la nostra speranza! È quella di essere salvati dalla nostra natura peccaminosa e malvagia e di esprimere nella vita quotidiana le meravigliose virtù del Signore. Così l’autore della lettera agli Ebrei conclude pregando affinché il Dio della pace … vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù Cristo (Ebrei 13:20-21).
Con fede accostati a lui, quotidianamente, più volte perché possa compiere in te quest’opera meravigliosa. Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono (Ebrei 11:1).
La nostra storia spirituale è riassunta dallo schema qui sotto:
La speranza cristiana futura
Sebbene abbiamo questa speranza viva di trasformazione oggi, la nostra natura peccaminosa ci accompagnerà fino all’ultimo giorno della nostra vita sulla terra, mantenendo il nostro corpo in uno stato di debolezza. Per questo la Bibbia ci parla di un secondo aspetto della nostra speranza: se i morti non risuscitano, ci dice Paolo (1 Corinzi 15), perché dovremmo lottare qui sulla terra?
Così il credente attende il giorno della gloriosa libertà dei figli di Dio e la redenzione del nostro corpo (Romani 8:21, 23). Quando il Signore Gesù ritornerà, risusciteremo, il nostro corpo sarà trasfigurato e allora saremo simili al Signore: Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è (1 Giovanni 3:2).
Questi due aspetti della speranza sono come un’ancora sicura nella tempesta: da un lato abbiamo questa speranza sicura che il Signore Gesù ci trasformerà a poco a poco a sua immagine affinché l’esprimiamo sempre più qui sulla terra. Dall’altro aspettiamo il suo ritorno che trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria, mediante il potere che egli ha di sottomettere a sé ogni cosa (Filippesi 3:21).
Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo (Romani 15:13)
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°9, Non perdere la ricompensa,
J. So, Grazia, ricompensa e punizione per i credenti,
che potete ottenere cliccando qui.
L’esperienza della croce
Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua (Matteo 16:24).
Di certo Matteo non intende farci portare al collo un ornamento in forma di croce! La morte di Gesù Cristo sulla croce al posto nostro per il perdono dei peccati è troppo preziosa perché sia ridotta a un semplice ornamento!
La sua morte non è solo un fatto storico, è qualcosa di vivente che puoi sperimentare e vivere: è il centro dell’esperienza cristiana. Dapprima, grazie a essa, ottieni il perdono completo e gratuito che Dio ha preparato per l’uomo peccatore e che è disponibile ogni volta che ti accosti a Dio. Poi, dopo questo primo passo, la croce ti libera quotidianamente da ogni ostacolo spirituale sul tuo percorso cristiano (dalla schiavitù dei peccati, dalle tentazioni del mondo, dall’egoismo, dal nemico che ti opprime, dalla divisione caratteristica dell’uomo credente o no, dalle opere della carne, …) e ti procura la trasformazione interiore, la vittoria sulla morte e la salvezza completa. Sebbene l’esperienza della croce possa apparire come qualcosa di negativo (sofferenza, perdita), in realtà è una grande liberazione che ti apre la via verso un’esperienza profonda e meravigliosa di Cristo.
Sperimentare la croce secondo il piano di Dio riveste però delle sfaccettature che vanno ben oltre le meravigliose esperienze individuali. Il versetto sopracitato (Matteo 16:24) menziona che dobbiamo rinunziare a noi stessi: che significa? Per chi dovremmo farlo?
Paolo e Giovanni risposero in questo modo: Di modo che la morte opera in noi, ma la vita in voi (2 Corinzi 4:12) e anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli (1 Giovanni 3:16). Gli apostoli avevano capito che sulla croce Cristo non morì per Dio, ma per chiunque (Giovanni 3:16), per me e per te (Galati 2:20) e per la chiesa (Efesini 5:25). Offrì sé stesso a Dio, ma i beneficiari del suo sacrificio fummo noi. Così pure noi, offriamo noi stessi a Dio sperimentando la sua morte che agisce in noi, affinché il beneficiario di questa nostra esperienza sia un’altra persona, credente o no, oppure la chiesa.
Cristo morì per amore e questo stesso grande amore, che è l’amore di Dio, spinge oggi pure noi a morire a noi stessi per il bene degli altri. Camminate nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato sé stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio (Efesini 5:2).
Molte opere buone sono compiute grazie a sforzi naturali, ma soltanto la croce del Signore può cambiare il nostro cuore e procurarci la capacità di applicarla nella nostra vita per qualcuno allo scopo di aiutarlo ad arrivare alla salvezza e a essere edificato nella chiesa. Cristo è il modello che imitiamo (Efesini 5:1).
Il sacrificio di Cristo sulla croce è unico: solo lui poté produrre la salvezza per tutti gli uomini e dar nascita alla chiesa; lo scopo della nostra esperienza della croce è invece l’edificazione della chiesa. Il nostro individualismo ricerca la salvezza solo per noi stessi; l’esempio di Cristo e la realtà dell’esperienza della croce nella nostra vita ci spingono invece a cercare in modo disinteressato il bene del fratello dapprima e di ogni persona poi, a scopo di edificazione della chiesa che il Signore desidera.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°8, La croce e lo Spirito,
W. Nee, La croce eterna,
che potete ottenere cliccando qui.
Rendere testimonianza
Dio, che servo nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo (Romani 1:9).
Chiunque abbia aperto il cuore a Gesù e sperimentato la nuova nascita prova una gioia profonda che desidera condividere con i suoi amici, i suoi famigliari e i suoi colleghi. È spontaneo e naturale.
Nei Vangeli la salvezza meravigliosa è spesso illustrata dalle numerose guarigioni compiute da Gesù. Un indemoniato nel paese dei Geraseni fu appunto guarito da Gesù. Dopo la guarigione volle seguire Gesù, ma questi gli diede un altro compito: Va’ a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te (Marco 5:19-20). Anche la Samaritana, dopo aver accettato l’acqua viva che il Signor Gesù le proponeva, lasciò la secchia con cui attingeva al pozzo di Giacobbe e se ne andò in città e disse alla gente: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo? (Giovanni 4:28-29). Come loro pure noi abbiamo ricevuto un tesoro preziosissimo e desideriamo condividerlo con altre persone.
Con la vita divina, abbiamo ricevuto anche l’amore di Dio per tutte le persone. Questo amore per la gente è un motore che incita il credente ad annunciare la salvezza. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici (Giovanni 15:12-13). L’apostolo Paolo descrive quanto grande era l’amore che provava per la sua gente e per tutte le persone. Ho una grande tristezza e una sofferenza continua nel mio cuore; perché io stesso vorrei essere anatema, separato da Cristo, per amore dei miei fratelli, miei parenti secondo la carne (Romani 9:2-3). Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera a Dio per loro è che siano salvati (Romani 10:1).
Rendere testimonianza significa corrispondere al desiderio profondo di Dio, nostro Salvatore … che vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità (1 Timoteo 4:2) e alla missione che ha dato ai suoi discepoli: Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli (Matteo 28:19). A questo servizio divino Paolo si era consacrato interamente: Dio, che servo nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi (Romani 1:9).
Così il credente nella sua esperienza quotidiana rende testimonianza di tutte le ricchezze spirituali ricevute in Cristo e come i discepoli al tempo di Gesù diventa testimone della sua risurrezione (Atti 1:22). Non si tratta di proselitismo, ma di dare con generosità il vangelo (Romani 12:8).
Possa ognuno di noi diventare un ministro di Cristo Gesù tra gli stranieri esercitando il sacro servizio del vangelo di Dio, affinché gli stranieri diventino un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo (Romani 15:16).
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura dell’opuscolo di
J. So, La triplice responsabilità del cristiano,
che potete ottenere cliccando qui.
Essere riempiti dello spirito
Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! (Luca 11:13).
E voi … avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: Abbà! Padre! (Romani 8:15). Il giorno in cui ti sei rivolto per la prima volta con fede al Signor Gesù, lo Spirito di Dio è entrato nel tuo spirito, la parte più profonda del tuo essere (cf. 1 Tessalonicesi 5:23). Da quel giorno puoi aver comunione con il Signore che è lo Spirito nel tuo spirito (2 Corinzi 3:17), perché in risurrezione il Signor Gesù è diventato lo Spirito per essere accessibile all’uomo ed entrare in te.
Nel periodo dell’Antico Testamento, l’uomo poteva adorare Dio, rivolgersi a lui in preghiera, ubbidire ai suoi comandamenti, ma c’era pur sempre una certa distanza tra Dio e l’uomo. Dio rimaneva esteriore all’uomo. Essendo diventato Spirito in risurrezione, Dio stesso è ora accessibile a tutte le persone. Oggi puoi avere una comunione intima con lui.
Come un seme che vuole crescere e portare frutto, lo Spirito desidera spandersi e riempire tutto il tuo essere con le sue virtù. Così noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito (2 Corinzi 3:18). Per questo l’apostolo Paolo ci esorta ad essere ricolmi di Spirito (Efesini 5:18) affinché esprimiamo tutte le virtù del nostro Signore Gesù Cristo.
Dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti, tremò; e tutti furono riempiti dello Spirito Santo, e annunziavano la Parola di Dio con franchezza (Atti 4:31). I primi discepoli furono ricolmi dello Spirito grazie alla preghiera. Prega anche tu il Signore in ogni semplicità. Sperimenterai questa comunione con lui, sarai riempito dello Spirito e annuncerai la sua parola con franchezza compiendo il piano di Dio.
Noi tutti siamo stati battezzati mediante un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito (1 Corinzi 12:13). Il Signore Gesù è diventato lo Spirito per entrare in te e fare di te un membro del suo corpo universale. Infatti, soltanto tramite lo Spirito che ora è in te e in ogni credente, puoi conservare l’unità nel suo corpo ed essere libero da ogni divisione (Efesini 4:3).
Il Signore Gesù, così accessibile tramite lo Spirito, porti ognuno di noi in questa esperienza bellissima della vita cristiana.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°7, Siate ricolmi dello Spirito,
W. Nee, Il flusso dello Spirito,
W. Nee, Sigillati con lo Spirito Santo,
che potete ottenere cliccando qui.
Edificati nella chiesa
Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore (Efesini 2:20:21)
La vita divina che abbiamo ricevuto alla nuova nascita ricerca la comunione con Dio e con i fratelli. Essa ci incoraggia in ambedue le direzioni: quella verticale nella relazione con Dio e quella orizzontale nella comunione con gli altri credenti. Questa vita divina che dimora ora in noi ama la comunione con i credenti e ha la capacità di amarli tutti.
La Parola di Dio ci esorta ad accoglierci gli uni gli altri come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio (Romani 15:7). Come un contratto di matrimonio in cui due coniugi s’impegnano per tutta la vita, così è il contratto che Dio ha stipulato con te. Dio vuole che tu accolga tutti i fratelli e tutte le sorelle che ha scelto lui. Il che significa che non puoi escludere dalla comunione un fratello a motivo che non ti corrisponde. Se un fratello non camminasse secondo la verità, puoi esortarlo a ritornare sulla via della fede, tuttavia devi accettarlo come fratello. Come l’insegnante deve badare a non respingere l’alunno che ha voti negativi, così nella chiesa non puoi respingere un fratello che non ti corrisponde. Non cercare pretesti o scusanti; non adoperare le Scritture per giustificare una divisione! Dio vuole l’unità tra i credenti e solo la realtà della vita di Cristo in te ti permette di sperimentarla con tutti e di essere salvato dalle affinità naturali che ti spingono ad avere comunione privilegiata con alcuni piuttosto che con altri. Soltanto la vita divina che è in te può produrre l’amore sincero per tutti i fratelli, persino quando si scatenano le burrasche.
Oggi tante coppie in difficoltà preferiscono il divorzio alla via della riconciliazione. Capita così anche tra i cristiani: per una dottrina, per un pastore, per un rito, per tradizione, perché si considerano gli altri come un freno alla propria spiritualità o semplicemente perché si hanno affinità con alcuni o con il loro modo di fare, si mantengono i molteplici gruppi o addirittura ci si separa creandone nuovi che si escludono a vicenda in modo completo o parziale.
Ma il Signore Gesù ha pregato perché la nostra unità sia di qualità superiore a quella umana e affinché sia visibile ai non credenti (Giovanni 17) e ci chiede di amarci gli uni gli altri come ci ha amati lui. Se lasciamo crescere in noi l’amore di Dio per tutti i credenti, allora sperimenteremo la vera unità alla quale siamo stati chiamati per formare l’unico corpo di Cristo qui sulla terra. Questo amore divino ha la capacità a noi assente di sacrificarsi per ogni credente.
Anche in questo campo cerchiamo il Signor Gesù, affinché ci guidi in questa esperienza fondamentale di amare indistintamente tutti i fratelli.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°10, La chiesa, la casa di Dio,
W. Nee, Il contenuto della chiesa,
che potete ottenere cliccando qui.
Il perdono dei peccati
Ma, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha sulla terra autorità di perdonare i peccati: Alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e vattene a casa (Matteo 9:6).
Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani 3:23). Ecco la sentenza irrevocabile pronunciata dalla Bibbia nei confronti dell’umanità. Ma la buona notizia è che Cristo venne sulla terra per morire volontariamente al posto nostro in modo che potessimo essere perdonati da ogni nostro peccato.
Il perdono è una benedizione quotidiana che ogni credente può sperimentare. Grazie al sacrificio di Gesù per te, Dio perdona e dimentica i tuoi peccati ogni volta che glieli confessi e il sangue di Gesù ti purifica. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (1 Giovanni 1:9). Non rivolgerti a un “confessore” ma direttamente a Dio senza intermediari: ammetti e confessagli con un cuore sincero tutti i peccati che la coscienza ti mostra e sarai libero e leggero come un figlio perdonato dal padre. La coscienza sarà di nuovo pura e il diavolo, colui che ti accusa giorno e notte, sarà sconfitto.
Il salario del peccato è la morte (Romani 6:23). Peccare provoca la morte spirituale; non è cosa da poco! Quindi non prendere il perdono che Dio ti accorda come scusante per continuare a peccare! Ogni volta che pecchi la morte spirituale t’invade e il peccato diventa una barriera tra te e Dio. Ma ringraziato sia Dio perché tramite il ravvedimento, ossia il confessare il tuo peccato con sincerità, l’accesso a Dio Padre è di nuovo possibile, perché il suo perdono toglie l’ostacolo del peccato. È la benedizione maggiore rilegata al perdono! Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, … avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza (Ebrei 10:19-22). Perciò non devi mai esitare a rivolgerti a Dio, perché la via è aperta, avendo Cristo pagato il prezzo della morte per aprirla per te. Lode e gloria al Signore Gesù per questa grande benedizione.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°5, Applicare il sangue di Cristo,
W. Nee, La vittoria per mezzo del sangue dell’Agnello
che potete ottenere cliccando qui.
Conoscere lo spirito umano
Ma Gesù capì subito, con il suo spirito, che essi ragionavano così dentro di loro … (Marco 2:8).
Il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo (1 Tessalonicesi 5:23).
Dio creò l’essere umano in tre parti: il corpo è al giorno d’oggi l’oggetto di ogni attenzione e grazie al livello di vita raggiunto ne abbiamo aumentato la speranza di vita. L’anima è la nostra personalità e corrisponde ai nostri desideri, alle nostre scelte e ai nostri pensieri. Essa si nutre di numerosissime proposte che il mondo e la nostra società le propone. Ma che cos’è lo spirito umano? A cosa serve e perché è così importante per Dio?
Nel linguaggio comune non si distingue l’anima dallo spirito e la parola spirito viene spesso adoperata per descrivere le caratteristiche dell’anima: spirito di squadra, lo studio nutre lo spirito, una persona di spirito debole oppure dotata di spirito critico, aver presenza di spirito, fare dello spirito, spirito pratico, spirito di solidarietà, spirito di corpo, ecc. Ma Dio creò due parti distinte con ognuna una funzione particolare. L’anima è tutto quello che siamo, mentre lo spirito è la parte che ci permette di avere una relazione personale diretta con Dio.
La condizione dello spirito di un non credente è però la morte a causa del peccato (Efesini 2:1). La prima esperienza dello spirito è quindi la meravigliosa nuova nascita. Gesù disse a Nicodemo: Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito (Giovanni 3:6). Quando una persona crede in Dio, nasce di nuovo. Questa nuova nascita è prodotta dallo Spirito di Dio nello spirito umano. Ecco perché l’apostolo Paolo afferma: Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio (Romani 8:16).
Con il tuo spirito rinato ora hai la possibilità di avere comunione con Dio e di adorarlo nel modo giusto: L’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità (Giovanni 4:23-24), disse Gesù alla donna samaritana.
In risurrezione Gesù diventò lo Spirito per entrare nello spirito umano. Per questo prima della risurrezione, Gesù disse ai suoi discepoli che quando l’altro consolatore, lo Spirito, sarebbe venuto in loro, Gesù stesso vivrebbe in loro. Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, … Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. […] In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi (Giovanni 14:16-20).
Così oggi hai uno spirito di fede (2 Corinzi 4:13) con il quale puoi essere continuamente in comunione con il Signor Gesù che vive nel tuo spirito. Prima della morte e della risurrezione di Cristo questa comunione intima non era possibile perché Dio rimaneva esterno all’uomo. Oggi il tuo privilegio è di avere uno spirito rinato nel quale Cristo vive. È un tesoro nel tuo vaso di terra! (2 Corinzi 4:7).
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
J. So, Scoprire lo spirito umano,
W. Nee, Discernere l’anima dallo spirito,
che potete ottenere cliccando qui.
Pregare e invocare
Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli (Luca 11:1).
Al giorno d’oggi la parola preghiera è spesso intesa come una supplica rivolta a qualcuno in vista di ottenere un favore o una grazia; ma per la Bibbia pregare significa in primo luogo dialogare con Dio. La preghiera è innanzitutto il privilegio di ogni credente di aver comunione con Dio, di parlare con lui, di ringraziarlo, di lodarlo e di esprimergli tutto quello che sta sul suo cuore. Questa comunione intima, questo dialogo con Dio, a poco a poco lo spinge anche a chiedergli qualcosa: sia esso il nostro pane quotidiano (Matteo 6:11) per provvedere ai nostri bisogni, o una richiesta per un’altra persona o per il compimento del suo piano sulla terra. È il secondo aspetto della preghiera. È un aspetto importante che però non deve sviarci dalla comunione con Dio, elemento essenziale della preghiera.
Il Signor Gesù ci esorta a vegliare pregando in ogni momento (Luca 21:36), l’apostolo Paolo a non cessare mai di pregare (1 Tessalonicesi 5:17), a pregare in ogni tempo (Efesini 6:18) e in ogni luogo (1 Timoteo 2:8). Come applicare queste esortazioni quando siamo indaffarati e presi dalle responsabilità quotidiane? Lo possiamo con la preghiera più semplice che il Signore Gesù ci ha dato: l’invocazione del suo nome. Essa ci permette di tornare a lui rapidamente, in modo semplice e in qualsiasi circostanza.
Invocare significa chiamare a sé una persona. Il Signore è una persona vivente sempre pronta ad aiutarti, a fortificarti, a liberarti dalle tentazioni, dalle angosce e dalle cattive inclinazioni del tuo cuore e soprattutto sempre pronta a risponderti quando lo chiami o l’invochi.
Chiamalo: “Signor Gesù! Signor Gesù!” Sebbene lui viva in te, avrai l’impressione che si avvicinerà a te, come lo afferma l’apostolo Giacomo: Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi (Giacomo 4:8). Il Signor Gesù desidera riempirti di gioia e di pace e vuole farti assaporare quanto buono sia il vivere nella sua presenza, invocando il suo nome. Non esitare a chiamarlo a te nella tua vita quotidiana; rivolgiti a lui chiamandolo per nome ed entrerai in questa preghiera di comunione con una persona straordinaria.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°4, La preghiera e l’invocazione del nome del Signore,
W. Nee, Vegliate e pregate,
che potete ottenere cliccando qui.
Nutrirsi della Parola di Dio
Gesù disse loro: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete (Giovanni 6:35).
Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio (Matteo 4:4). La Parola di Dio, la Bibbia, è cibo per ogni credente, affinché la vita di Dio che è in lui cresca e diventi prevalente nella sua vita quotidiana.
Ogni volta che leggi la Parola di Dio, che volgi il cuore al Signor Gesù, ricevi la vita che lui ti dispensa attraverso la Bibbia! Non imitare i religiosi a chi il Signor Gesù dovette dire: Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita! (Giovanni 5:39-40). Il Signor Gesù è oggi il pane della vita così accessibile per te e per qualsiasi persona (Giovanni 6:48).
Investigare le Scritture non serve se non te ne nutri; soltanto questo cibo celeste agisce portando un cambiamento profondo nella vita quotidiana (1 Timoteo 4:6). Accostati quindi a lui combinando lettura e preghiera; leggi la Bibbia con ogni preghiera e supplica (Efesini 6:17-18) e così sarai nutrito. Mentre contatti il Signore leggendo la sua Parola, egli ti tocca nel cuore, la Parola diventa cibo e ha un impatto sulla tua vita, perché Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei [ossia della Parola]; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta (Giovanni 1:3).
Contrariamente a quello che si va comunemente pensando, la Bibbia non è un libro riservato a un’élite. Non è necessario avere una formazione teologica per capirne il senso. La Bibbia è destinata a tutti perché lo scopo di questo libro è di nutrirci, di rivelarci Dio e di condurci a lui. Non essere scoraggiato se alcuni passi delle Scritture ti appaiono difficili da capire; prosegui la lettura rivolgendo preghiere a Dio e aprendogli il cuore, perché la sua parola è la verità (Giovanni 17.17).
Prendi la sua Parola con fede e rivolgigli preghiere e suppliche basandoti sulle parole stesse che stai leggendo. Sarai nutrito e la tua vita cambierà: Chi mi mangia vivrà anch’egli per mezzo di me (Giovanni 6:57).
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura dell’opuscolo di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°3, Nutrirsi della Parola di Dio,
che potete ottenere cliccando qui.
Cristo in me
Io ho dato loro la gloria che tu hai data a me, affinché siano uno come noi siamo uno; io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell’unità… (Giovanni 17:22-23).
Duemila anni fa Gesù Cristo s’incarnò, espresse Dio sulla terra e morì sulla croce per i tuoi peccati, come sacrificio a Dio. In risurrezione diventò lo Spirito per poter entrare nel tuo cuore nel momento in cui confessi che sei peccatore e ti apri a lui.
Avendo creduto, ora puoi dichiarare con l’apostolo Paolo: Cristo vive in me (Galati 2:20). Che miracolo! La Bibbia rivela in modo chiaro che Cristo stesso vive ora in noi: Gesù Cristo è in voi (2 Corinzi 13:5), Cristo è tutto e in tutti (Colossesi 3:11).
Molte religioni adorano e servono un dio lontano e la relazione con il loro dio è distante, è contraddistinta dalla paura di non piacergli e di essere punito. Queste religioni esprimono in questo modo un concetto molto umano della divinità, ossia che dobbiamo servirla seguendo un certo rituale e imponendoci regole molto severe, sperando che lei sia benevola nei nostri confronti.
Ma il Dio unico è venuto sulla terra, è morto e risorto, affinché Cristo potesse fare del tuo cuore la sua dimora. Non è meraviglioso questo tuo Dio? Egli desidera innanzitutto entrare in te e dimorare in te.
Vivendo nel tuo spirito come un seme, ora vuole spandersi e crescere per portare frutto nella tua vita. Cristo vive in te e in me e non ci lascerà mai; tuttavia, dal nostro spirito desidera spandersi per abitare nei nostri cuori (Efesini 3:17) e crescere fino a che lui sia formato in noi (Galati 4:19). Il segreto della vita cristiana è di permettere a Cristo di vivere pienamente la sua vita in noi.
Oggi hai l’opportunità di lasciar Cristo esprimersi sempre di più attraverso le tue decisioni, il tuo comportamento, le tue parole, … attraverso ogni atto quotidiano. Ecco il glorioso mistero della vita cristiana: noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra (2 Corinzi 4:7). Quello stesso Signor Gesù, che visse sulla terra tra i suoi discepoli, ora vive nel tuo spirito (Romani 8:10; 2 Timoteo 4:22). Man mano che afferri questo fatto glorioso, sei trasformato nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore che è lo Spirito (2 Corinzi 3:18). Così la tua vita come pure la mia esprimono sempre più profondamente questo Cristo che vive in noi, affinché la gente possa riconoscerlo. Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria (Colossesi 1:27).
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°2, Cristo vive in noi,
W. Nee, Cristo vita nostra,
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La salvezza per fede
Ogni cosa è possibile per chi crede (Marco 9:23).
È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti (Efesini 2:8). Ecco la buona notizia. La salvezza che Dio ha preparato per te è gratuita, è per fede e non attraverso opere con cui potresti sperare di meritarla; non viene da te ma è stata compiuta interamente da Gesù Cristo ed è perciò il dono che Dio ti fa. Alleluia!
Siamo peccatori e meritiamo la condanna di Dio; ma lui nel suo amore per noi è venuto sulla terra per pagare il nostro debito, salvandoci in questo modo dalla condanna eterna. Il Signore … è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento (2 Pietro 3:9). Tutta la vita cristiana si fonda saldamente su questa salvezza meravigliosa.
Essa è certa e sicura, perché la Bibbia ce lo conferma in molti modi:
- Gesù Cristo ha ottenuto per noi una redenzione eterna (Ebrei 9:12), diventando l’autore di salvezza eterna (Ebrei 5:9) perché ci ama di un amore eterno (Geremia 31:3).
- Così, siamo nati di nuovo (Giovanni 3:6-7) avendo ricevuto la vita eterna (Giovanni 10:28) e l’eterna eredità promessa (Ebrei 9:15).
- Ora abbiamo la certezza che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 8:38-39) e che nessuno ci rapirà dalla mano del Signore (Giovanni 10:28).
Ciò che è eterno non può sparire né avere dei limiti. La tua salvezza dalla condanna eterna è salda, sicura e certa perché non proviene da una sensazione di salvezza che potrebbe svanire, né da un’esperienza particolare, né dagli sforzi che faresti per migliorare il tuo comportamento. No! La salvezza è un dono di Dio: accettala per fede, rallegratene e non essere come Tommaso, detto Didimo che disse: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò (Giovanni 20:25).
La Bibbia ci annuncia anche una seconda salvezza o, dovremmo piuttosto dire, un secondo stadio della salvezza: la salvezza dell’anima. Pietro ci parla di ottenere il fine della fede: la salvezza delle anime (1 Pietro 1:9) e Giacomo ci incoraggia a deporre ogni impurità e residuo di malizia e a ricevere con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre (Giacomo 1:21).
Questa salvezza non è più quella dalla condanna eterna, ma da tutto quello che in te non corrisponde alla natura santa di Dio. Essa risulta da una collaborazione quotidiana con il Signor Gesù: lui mette in luce tutto quello che in te non gli corrisponde, poi ti spinge a confessarlo e a ravvederti. In quel momento chiedigli di guarire la tua anima e di salvarti completamente. Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime (1 Pietro 2:25). In questo meraviglioso processo che dura tutta la vita, sperimenti la salvezza concreta quotidiana che il Signore ti dà e cresci per la salvezza (1 Pietro 2:2). Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore (1 Pietro 1:22). Anche in questo caso, non cercare raggiungere la meta con i tuoi sforzi, ma per fede accostati a lui perché lui solo ha la capacità di salvarti, non solo dalla condanna eterna, ma anche dalla tua anima corrotta. Lui può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro (Ebrei 7:25). Alleluia!
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°1, La certezza della salvezza,
G. Rimner, Il nostro Dio salvatore e la sua perfetta opera di salvezza,
che potete ottenere cliccando qui.
Il battesimo
Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato (Luca 3:21).
Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiamo fare? E Pietro a loro: Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo … Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone (Atti 2:37-41).
Chi può essere battezzato? Chiunque abbia creduto in Cristo Gesù. Il battesimo segue l’atto di credere e la Bibbia non presenta altre condizioni al battesimo. Per questo il ravvedimento e il battesimo costituiscono i primi due passi della vita cristiana. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato (Marco 16:16). La salvezza dalla condanna eterna viene dall’atto di credere; poi segue il battesimo come seconda tappa naturale. L’etimologia della parola battesimo rimanda all’essere immerso: essendo battezzato sei immerso completamente nell’acqua a immagine della tua immersione nel nome di Gesù Cristo (Atti 19:5). Sei pure immerso nella morte di Cristo (Romani 6:3-4), perché assieme a Cristo fu crocifisso anche il tuo io, ed entri in questo modo nella realtà della sua morte sulla croce, affinché tu possa camminare in novità di vita. Che realtà meravigliosa!
Dio mira però a essere espresso sulla terra non solo attraverso individui, ma tramite il suo corpo universale, la chiesa; perciò sei pure battezzato in un solo corpo per esprimere tutto quello che Dio è, in unità con tutti gli altri credenti. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito (1 Corinzi 12:13). Senza il battesimo nella sua morte che ti permette di rivestire Cristo non potresti mai avere la realtà dell’unità tramite cui esprimere sulla terra con gli altri credenti il Dio meraviglioso. Alleluia.
Per approfondire questo tema, vi consigliamo la lettura degli opuscoli di
V. Jornod, Una così grande salvezza, n°6, La realtà del battesimo,
W. Keller, A proposito del battesimo,
che potete ottenere cliccando qui.